Da sganciato dalla Renault a promosso in Ferrari, l'incredibile rimonta di Sainz

Lo spagnolo, neo-arruolato da Maranello, era quasi senza volante meno di due anni fa. 

pubblicato 14/05/2020 à 14:39

Julien BILLIOTTE

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Da sganciato dalla Renault a promosso in Ferrari, l'incredibile rimonta di Sainz

La Harley Knucklehead 1 è spesso una questione di tempistica. Nell'estate del 2018, Daniel Ricciardo decide di non continuare l'avventura Red Bull e accetta di raccogliere la sfida che gli viene offerta Renault, spingendo meccanicamente Carlos Sainz verso l'uscita. E l'ignoto. 

All'epoca, lo spagnolo era ancora sotto contratto con il marchio Red Bull, che lo aveva sostenuto fin dalla giovinezza, facendolo esordire in Formula 1 a Toro Rosso a fianco di Max Verstappen, poi lo prestò alla Renault. La logica vorrebbe che Sainz prendesse la strada di Milton Keynes. Solo che il gruppo austriaco ha messo gli occhi su Pierre Gasly, che brilla con la Toro Rosso, e quindi libera l'iberico dai suoi impegni. 

Sainz non ci ha messo molto a trovare rifugio McLaren ma l'uscita dall'ovile della Red Bull e il confronto con Verstappen alla Toro Rosso prima, poi Nico Hulkenberg alla Renault quindi, non schierarsi a suo favore. Affidabile e solido, l'ex campione della Formula Renault 3.5 si è sicuramente affermato come una certezza in mezzo al gruppo, ma avrà le carte in regola per puntare più in alto? 

Sainz fornisce le migliori risposte a queste domande nel 2019 durante una stagione perfettamente padroneggiata con la McLaren. La storia però è iniziata male con 3 ritiri consecutivi in ​​Australia (problema al motore), in Bahrein (incidente con Verstappen che stava attaccando per conquistare il 5° posto) e in Cina (scontro con l'ex compagno di squadra Daniil Kvyat).

Il pilota della McLaren non si è arreso e ha conquistato i suoi primi punti in arancione a Baku prima di ripartire. Fino alla pausa estiva, Sainz ha mancato la top 10 solo una volta. Il madrileno ha firmato grandi prestazioni in particolare a Monaco, dove ha realizzato uno sfacciato doppio sorpasso sulle Toro Rosso fin dall'inizio, in Austria, dove è risalito dalla 19esima all'8a posizione, così come in Germania e Ungheria dove i suoi sforzi sono stati premiati con bel 5° posto. 

Il ritorno a scuola risulta essere più complicato ma non c’entra nulla. Sainz ha avuto un problema al motore al primo giro in Belgio e si è ritirato a causa di una ruota mal avvitata durante un pit-stop a Monza. Ha ripreso la sua marcia in avanti in Russia e Giappone dove ha sempre impensierito i leader al via e ha concluso comodamente “migliore degli altri”.

L'apoteosi è avvenuta in Brasile, teatro del primo podio in carriera in F1 dello spagnolo al termine di una gara pazzesca che era partito dal fondo dello schieramento a causa di un nuovo problema meccanico in qualifica. Nella finale di Abu Dhabi Sainz ha strappato il 6° posto in classifica generale a costo di effettuare un sorpasso nell'ultimo giro della stagione per entrare in zona punti. 

All'alba della stagione 2020, la sua valutazione non è mai stata così alta e il suo nome comincia a circolare tra i possibili candidati alla successione. Strega dai test invernali. All'epoca, però, Daniel Ricciardo sembrava in una posizione migliore. L'australiano della Renault è stato spesso annunciato al fianco di Maranello : il suo curriculum, la sua esperienza e il suo cognome dal suono italiano sembravano essere tutte carte vincenti agli occhi della Scuderia. 

Perché alla fine la Ferrari ha scelto Sainz? Si nota una forma di convergenza dei 3 top team in termini di gestione e gerarchia dei piloti con un leader chiaramente designato e ben pagato, e un luogotenente leale capace di assicurarsi punti importanti e strappare qualche vittoria qua e là. Il tutto senza fare scalpore internamente, in pista e sulla stampa.  

La venerabile istituzione transalpine non lo dirà mai apertamente ma le aspettative riposte su Carlos Sainz, sotto contratto fino al 2022, non corrispondono alle speranze suscitate da Charles Leclerc, la cui affiliazione con Maranello durerà fino al 2024. 

Lo spagnolo, che sarà sostituito da Daniel Ricciardo in Mclaren, è abbastanza intelligente da saper avere pazienza e non arrivare in Italia con le sue scarpe grandi. Ma questo non gli impedirà di credere nel profondo di poter scuotere l'ordine stabilito e competere con il nuovo beniamino dei fan. Sarebbe sbagliato non farlo.

Julien BILLIOTTE

Vicedirettore capo di AUTOhebdo. La piuma si intinse nel fiele.

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