Niki Lauda, ​​il viaggio di una leggenda

Niki Lauda avrà segnato la storia della F1, non solo con i suoi tre titoli, ma con il suo spirito combattivo e la sua incrollabile volontà segnata dal suo ritorno dopo l'incidente al Nürburgring.

pubblicato 21/05/2019 à 10:18

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Niki Lauda, ​​il viaggio di una leggenda

Il mondo dei motori fatica a riprendersi la morte di Niki Lauda, è morto ieri sera all'età di 70 anni per una malattia polmonare dopo che la sua salute era improvvisamente peggiorata lo scorso agosto. Il carismatico austriaco con il suo stile inconfondibile era ancora presente nei paddock fino allo scorso anno come vicepresidente non esecutivo della Mercedes F1, la squadra che regna sovrana sulla disciplina.

Nato in una famiglia dell'alta società, dovette tuttavia chiedere un prestito per finanziare la sua stagione di F1. Poco più che ventenne, gareggiò nei suoi primi Gran Premi con il March Racing Team prima di approdare alla BRM.

Niki Lauda sulla March 721-Cosworth al GP di Monaco 1972 (credits – WRI2)

Rimarrà segnato dall'incidente mortale di François Cévert a Watkings Glen (USA) avvenuto l'anno successivo. Fu nel 1974 che festeggiò la prima delle sue 25 vittorie vincendo il GP di Spagna sul circuito di Jarama prima di siglare un secondo successo nello stesso anno a Zandvoort (Paesi Bassi). Ha festeggiato il suo primo titolo un anno dopo con la squadra prima della stagione 1976 che avrebbe formato la sua leggenda.

 

Niki Lauda al GP di Spagna del 1974 a Jarama sulla Ferrari 312B3 (crediti: WRI2)

L'anno 1976 lo contrappose a James Hunt nella lotta per l'incoronazione. Fu durante questa famosa stagione che ebbe il terribile incidente al Nürburgring (Germania) e quasi perse la vita restando gravemente ustionato. Solo un mese dopo, si presentò sulla griglia di Monza (Italia) con conseguenze significative e riuscì nell'impresa di finire appena fuori dal podio. Se alla fine ha mancato l'incoronazione per un punto contro Hunt, questa stagione lo ha fatto entrare nella leggenda della F1. Il film Rush diretto da Ron Howard nel 2013 ripercorre questo periodo e il successo che ne deriva ha permesso alle generazioni più giovani di conoscere il percorso del campione.

 

Niki Lauda sulla sua Ferrari 312T2 al GP di Germania del 1976 al Nürburgring (credit: DPPI – Hoch Zwei)

Il film si conclude dopo il ritiro scelto da Niki Lauda a Suzuka (Giappone) sotto un acquazzone, ma l'austriaco si prese la rivincita l'anno successivo vincendo il suo secondo titolo. Partendo poi per unirsi alla squadra Brabham diretta da Bernie Ecclestone, si ritirò infine a poco a poco dai Gran Premi, preferendo concentrarsi sulle attività delle sue compagnie aeree.

 

Niki Lauda al GP d'Olanda del 1977 a Zandvoort sulla Ferrari 312T2 (crediti: DPPI)

Tuttavia ritornò nel 1982 a McLaren e dovrà aspettare tre anni per vincere la sua ultima incoronazione nel 1984, strappando il titolo con mezzo punto di vantaggio sul compagno di squadra Alain Prost che sarebbe diventato un'altra leggenda della F1. La sua ultima stagione nel mondo dei Gran Premi si è rivelata più discreta ma il “Computer”, il suo soprannome in riferimento alla sua conoscenza delle corse e alle sue qualità di debugger senza pari, ha comunque raccolto un ultimo successo di prestigio tra le dune di Zandvoort durante il GP d'Olanda del 1985. 

 

Niki Lauda sulla McLaren MP4/2 al GP di Gran Bretagna del 1984 a Brands Hatch (crediti: DPPI)

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