Jean-Luc Roy: “Patrick Tambay, che storia lunga! »

Il "vecchio complice" di Patrick Tambay vanta una collaborazione ricca di oltre 300 commenti ai Gran Premi.

pubblicato 06/12/2022 à 12:00

Gautier Calmels

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Jean-Luc Roy: “Patrick Tambay, che storia lunga! »

La bellissima storia di Patrick Tambay e Jean-Luc Roy

Impossibile riassumere in poche parole, in poche righe, la lunga storia che ci unisce a Patrick Tambay. Tra tv e radio abbiamo commentato in diretta più di 300 Gran Premi insieme, ma non abbiamo mai contato il numero esatto, ai nostri occhi aveva poca importanza.

Abbiamo iniziato questa lunga serie con Canal + tra il 1997 e il 2002, dove abbiamo sviluppato con le équipe del FOM un fantastico sistema con Kiosk, che permetteva di scegliere il proprio schermo tra 7 canali e seguire così le gare in modi molto diversi, sistema che ora è nuovamente in uso. Abbiamo vissuto insieme le prime vittorie e l'incoronazione di Jacques Villeneuve (Campione del Mondo 1997), di cui Patrick Tambay è stato padrino. Ricordo il giorno in cui Jacques conquistò il titolo al termine del tumultuoso Gran Premio d'Europa a Jerez, nel sud della Spagna, dopo il volante di Michael Schumacher per cercare di eliminarlo. Patrick era così commosso, devastato dall'emozione, che non riusciva più a parlare. Ho dovuto finire i commenti da solo quel giorno. Bisogna ovviamente ricordare l'amicizia molto forte che lo legava a Gilles, da quando avevano iniziato insieme F1, è poi subentrato a Gilles a Ferrari dopo la sua morte durante le qualifiche a Zolder, in Belgio, nel 1982. Una storia terribile e meravigliosa allo stesso tempo.

Ho iniziato il mio show Motors su RMC nel 2002, e Patrick era felice di poter commentare insieme i Gran Premi del 2007. Una vera delizia, eravamo di nuovo complici, Patrick era esigente, un perfezionista, sempre alla ricerca di informazioni. Quando mi presentava a persone che ancora non conoscevo, usava sempre questa espressione "il mio vecchio complice". Ho la fortuna di avere un fratello, ma con Patrick abbiamo condiviso così tante avventure, che posso dire che era "come mio fratello". Avevo previsto questo maledetto male ma Patrick ha lottato fino alla fine per continuare a commentare i Gran Premi. Ad un certo punto purtroppo è diventato impossibile perché la tensione e le emozioni della diretta amplificavano i sintomi. Naturalmente, ho insistito affinché suo figlio Adrien Tambay gli succedesse al mio fianco, perché sapevo che Adrien ne sarebbe stato capace e sapevo anche che avrebbe aiutato Patrick a passare il testimone, ma non ne abbiamo mai parlato direttamente in questi termini. per modestia…ho visto nascere Adrien. Ha trascorso centinaia di ore tra noi due nelle cabine dei telecronisti, quindi era completamente legittimo in questo ruolo e ha assunto il ruolo con abilità.

Abbiamo condiviso tanti momenti felici e terribili della sua vita. Pochi lo sanno, ma è in gran parte grazie a me, o a causa mia, se Patrick ha partecipato alla Parigi-Dakar. Nel 1986, durante la sua ultima stagione con Lola Béatrice, ho realizzato con lui diversi soggetti, tra cui uno sul “giorno di un pilota”. Gli ho regalato il mio libro “L'albero perduto del Ténéré” che raccontava le mie avventure alla Dakar e in particolare la mia partecipazione con Daniel Balavoine nel 1985. Arrivando al Gran Premio d'Ungheria per prendere un caffè nel camper della sua squadra, Patrick improvvisamente dice di io: “Ho passato una notte insonne con te”, e lui scoppia a ridere! Infatti aveva letto il libro tutto d'un fiato e mi aveva detto che avrebbe partecipato il prima possibile, mantenne la parola partecipando all'edizione del 1987. In questo processo ci siamo uniti a rallye dall'Atlante al Marocco a maggio. Niente era troppo grande per lui.

Nei commenti ci autoregolamentavamo perché potevo scalfire un po’ la Ferrari di tanto in tanto, quando se lo meritava. Chi piace bene punisce bene, ma ha subito ritardato perché la Ferrari era la squadra della sua vita, la squadra del suo cuore, quella con cui aveva trionfato e vissuto questa terribile storia. Al contrario, a volte si lasciava prendere la mano, perché Patrick Tambay era soprattutto emotivo, molto generoso e molto onesto, senza ironia. Alla fine, ogni volta, abbiamo deciso di lasciare andare e abbiamo lasciato andare, con sguardo complice!

Patrick Tambay (1949-2022)

Gautier Calmels

Giornalista MotoGP, Nascar, Rallye France, Endurance e Classic... Tra gli altri.

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