Graeme Lowdon: “Questo sport è stressante, faticoso, ma è quello che mi fa alzare la mattina”

Manager di Guanyu Zhou, consigliere di diversi team di F1, l'ex capo della squadra Virgin divenuta Manor Marussia non è il personaggio più celebre del paddock, ma sicuramente uno dei più stimati. Viaggia a bordo di un'Alfa Romeo sulle strade di una carriera in cui il meglio si è scontrato con il peggio.

pubblicato 02/10/2022 à 17:00

Jean-Michel Desnoues

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Graeme Lowdon: “Questo sport è stressante, faticoso, ma è quello che mi fa alzare la mattina”

Graeme Lowdon - Manager ed ex capo della scuderia Manor © DPPI/Florent Gooden

Ciao Graeme. Una Stelvio Quadrifoglio, è una scelta del cuore o della ragione?

Piuttosto circostanze! (ride) Volevo venire con il mio Ferrari California, ma è nel garage. Avrei potuto anche ritirare la mia 250 GTE del 1963 ereditata da mio padre, ma è anch'essa in revisione. Allora ho preso la macchina della scuderia Alfa Romeo messo a disposizione di Guanyu-Zhou per il fine settimana (carpooling ottenuto durante l’ultimo GP di Gran Bretagna. Nota dell'editore).

Sei un collezionista?

Diciamo che ho qualche modello nel mio garage: Ferrari, MG, TVR, Porsche… Questo gusto per le auto viene da mio padre. Ha iniziato ad acquistare automobili negli anni '1970 quando erano ancora convenienti. C'è stata la crisi petrolifera, e questo gli ha permesso di soddisfare la sua passione. Vivevamo nel nord dell'Inghilterra, vicino al confine scozzese e alla città di Duns, da dove proveniva Jim Clark. Mio padre andava al Chaterhall Airfield, un ex aeroporto della RAF (la “Royal Air Force”, l’aeronautica britannica. ndr), divenuto un autodromo, per vederlo correre. Questo era prima che lui entrasse F1. Me ne parlava spesso ed è così che la passione ha vinto su di me.

Lavorare nel motorsport è sempre stato il tuo obiettivo?

È arrivato in un modo un po’ speciale. Titolare di un master in ingegneria meccanica, mi sono ritrovato a vivere e lavorare in Svizzera per un'azienda che sponsorizzava un team in IndyCar. Era il 1984, e Teo Fabi era il pilota. È stato così che ho scoperto il mondo del motorsport professionistico e da quel momento in poi ho iniziato a frequentare i Gran Premi e altri eventi. Una gara del Gruppo C a Donington Park ha avuto un impatto enorme su di me. Ne ho un ricordo nitido

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