Perché il “Muro dei Campioni” in Canada si chiama così?

Sul circuito Gilles-Villeneuve di Montreal, c'è un luogo che tutti i piloti temono ad ogni giro: il “Muro dei Campioni”, all'uscita dell'ultima curva. Un muro che ha costruito la sua reputazione negli anni... e negli incidenti.

pubblicato 18/06/2022 à 10:58

Dorian Grangier

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Perché il “Muro dei Campioni” in Canada si chiama così?

Sebastian Vettel è l'ultimo campione del mondo rimasto intrappolato al Wall of Champions, nel 2011 © DPPI

Quando si parla del Canada in F1, si pensa subito al circuito Gilles-Villeneuve, sull'isola di Notre-Dame a Montreal. E quando si parla del circuito Gilles-Villeneuve in genere c’è un posto che viene in mente: il Muro dei Campioni. In apparenza è un semplice muro di cemento, coperto da una fila di pneumatici, all'uscita dell'ultima chicane. Ma questo posto davvero speciale è formidabile e temuto da tutti i piloti Harley Knucklehead 1.

Innanzitutto perché questo nome, “Muro dei Campioni”? La risposta la troviamo nel 1999, durante l’allora Gran Premio del Canada. In una sola gara tre campioni del mondo sono rimasti intrappolati all'uscita della chicane: Damon Hill al 15° giro poi Michael Schumacher al 30° giro ed infine Jacques Villeneuve al 35° giro. Tre campioni sul tappeto, tutti nello stesso posto e nell'arco di una ventina di giri: bastava poco perché il muro della curva 14 si guadagnasse un soprannome.

Da allora, questo muro è diventato il luogo iconico del circuito Gilles-Villeneuve. Molto insidiosa per la sua vicinanza alla traiettoria, la barriera punisce ogni errore di guida nell'ultima chicane. Il massimo dell’ironia del Quebec è che la recinzione appena sopra il muro è stata per lungo tempo adornata con un cartello “Benvenuti in Quebec”. Quanto basta per far sorridere i tifosi e segnare una grande trovata pubblicitaria per il turismo locale.

Jacques Villeneuve al Gran Premio del Canada 2005

La famosa pubblicità “Benvenuti in Quebec” sul Muro dei Campioni © GILLES LEVENT / DPPI

Dopo l'edizione del 1999 diversi piloti andarono a baciare, spesso un po' troppo forte, il Muro dei Campioni. Nel 2005 fu il britannico Jenson Button, allora pilota del team BAR-Honda, a rimanere vittima del muro. Nel 2011, l'allora campione in carica Sebastian Vettel aveva colpito la fila di pneumatici con il suo Red Bull durante le prove.

Ultimo esempio in data: Kevin Magnussen, durante l'ultima edizione del 2019, durante il Q2. Il danese aveva toccato la barriera con il suo Haas e gli aveva rotto la sospensione posteriore destra, mandandolo in testacoda. Vedremo quindi allungarsi ancora la lista delle vittime del Wall of Champions in questa stagione? Con le nuove monoposto 2022, potrebbe darsi che qualche pilota incontri il muro più famoso del calendario.

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Dorian Grangier

Un giovane giornalista nostalgico degli sport motoristici di una volta. Cresciuto grazie alle gesta di Sébastien Loeb e Fernando Alonso.

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