Pierre Gasly il resiliente

A 24 anni e dopo tre stagioni nella massima categoria del motorsport, Pierre Gasly ha sopportato molto per realizzare il suo sogno d'infanzia. Uno sguardo alla carriera del 109esimo vincitore di una gara di Formula 1, quella di un ragazzo resiliente e soprattutto appassionato.
 

pubblicato 08/09/2020 à 14:45

Gonzalo Forbes

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Pierre Gasly il resiliente

Il 6 settembre 2020 rimarrà per sempre inciso nella storia dello sport francese ma soprattutto nella memoria Pierre Gasly. Quella domenica il normanno toccò il cielo e salì sul gradino più alto del podio per la prima volta nella sua giovane carriera. Quel giorno lo aspettava, era entrato F1 per questo e non possiamo che togliergli il cappello perché per arrivarci il sentiero non è stato un fiume lungo e tranquillo, anzi.

Dopo essersi dimostrato valido karting (Campione francese, vicecampione europeo, quarto al mondiale nel 2010), Pierre Gasly fa il grande salto verso auto. Poi inizia una nuova avventura.

Per il suo primo anno nel campionato francese di Formula 4 nel 2011, ha concluso la stagione 3° dietro ad Andrea Pizzitola e al campione Matthieu Vaxivière ma è stato nel 2013 che la sua carriera ha avuto un'accelerazione. Per la sua seconda sponda in Formula Renault Eurocup 2.0, l'Habs, allora 17enne, vinse il titolo iridato, uno dei punti di svolta della sua carriera.

Fresco di incoronazione, Pierre Gasly continua a scalare le classifiche e approda in Formula Renault 3.5 nel 2014, dove resterà solo un anno. È ora che arrivi secondo dietro Carlos Sainz e soprattutto disputare i suoi primi round in GP2 a fine stagione con il team EQ8 Caterham Racing prima di partecipare a pieno titolo nel 2015 con la DAMS.

Per la sua prima stagione completa nella disciplina, il nativo di Bois-Guillaume ha concluso con un onorevole 8° posto in campionato con quattro podi in particolare. Membro del Red Bull Junior Team, diventa pilota di riserva del team austriaco di F1 con cui nel 2015 gli propone alcuni test privati Toro Rosso prima di confermare tutta la portata del suo talento nel 2016.

Trasferitosi al Prema, dimostra chiaramente di avere la capacità di lottare per il titolo. Un titolo conquistato durante l'ultima gara della stagione ad Abu Dhabi. Il mondo della F1 poi gli sembra promesso nel 2016 ma purtroppo le porte non si aprono, per il momento.

Guidato da Daniil Kvyat e Carlos Sainz alla Toro Rosso, Pierre Gasly ha scelto di andare in esilio in Giappone e continuare il suo apprendistato nella Super Formula nel 2017. Una scelta che ha dato i suoi frutti poiché dopo un secondo posto in campionato (mezzo punto dietro Hiroaki Ishuara ), al francese viene finalmente offerto un posto in Formula 1 ancor prima della fine della stagione.

Benvenuti nei grandi campionati

Allora terzo pilota della Red Bull, fu chiamato a sostituire Daniil Kvyat alla Toro Rosso nel Gran Premio della Malesia e venne poi confermato titolare. Rinnovato nel 2018 a fianco Brendon Hartley, Pierre Gasly si comporta bene con la sorellina della squadra austriaca. In Bahrain è arrivato 4° con il motore Honda, tanto criticato dal pubblico sin dal suo ritorno. Questi risultati permettono al francese di approdare al secondo posto in casa madre per la stagione 2019.

Adesso in prima linea, il normanno è in possesso di una vettura fatta per vincere, o almeno per il podio. Sottoposto alle pressioni dei suoi dirigenti, Pierre Gasly non è riuscito a trovare il suo equilibrio e dopo la prima parte di stagione i suoi superiori hanno deciso di rimandarlo alla Toro Rosso. Un vero duro colpo ma non sufficiente per arrendersi.

Tornando alla Toro Rosso, il 23enne pilota dell'epoca era determinato a smentire lo staff austriaco. Nonostante questa retrocessione, ha mostrato solidità e ha portato la sua squadra a punti per la classifica costruttori prima di zittire definitivamente le critiche in Brasile. A Interlagos sale per la prima volta sul podio di una Formula 1, classificandosi secondo dietro al suo ex compagno di squadra. Max Verstappen.

Ancora titolare alla Toro Rosso, ora ribattezzata Alpha Tauri, quest'anno Pierre Gasly mostra un volto completamente diverso, quello di un futuro vincitore di un Gran Premio. Dopo un inizio di stagione fiacco, pieno di maturità e soprattutto promettente, la liberazione arriva a Monza dove vince la sua prima gara di Formula 1, il momento più alto della sua giovane carriera.

Acclamato dai suoi colleghi, Pierre Gasly ha mostrato resilienza dopo un 2019 molto turbolento per lui. Ventiquattro anni dopo Olivier Panis a Monaco, non è salito solo sul gradino più alto del podio a Monza. Ha dimostrato che nello sport, come nella nostra vita quotidiana, non bisogna mai ammettere la sconfitta. La vita ci offrirà sempre vendetta e dobbiamo coglierla. Bravo Pierre!

Trovate l'analisi della vittoria di Pierre Gasly al GP d'Italia realizzata dal nostro inviato speciale nel numero 2277 di AUTOhebdo, già disponibile in versione digitale e in edicola questo mercoledì.

Gonzalo Forbes

Responsabile delle formule promozionali (F2, F3, FRECA, F4...). Portato dalla grazia di Franco Colapinto.

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