Gli sport motoristici non sono mai stati così pericolosi come a cavallo tra gli anni '1960 e '1970, quando la ricerca della sicurezza era solo agli inizi e gli sviluppi tecnici erano in costante rivoluzione. La morte faceva parte del gioco e, tuttavia, la scomparsa di Jim Clark provocò uno shock notevole – l’equivalente di una bomba atomica, disse Jackie Stewart – paragonabile solo a quello di Ayrton Senna il 1° maggio 1994.
Certamente nel 1968 il nostro sport era meno televisivo, ma nel pieno del culto dell’auto non era meno popolare. Clark, Stewart e Beltoise erano personaggi pubblici, noti all'uomo della strada. Soprattutto perché i piloti di F1 abituato a gareggiare in altre discipline. Ad esempio, queste 6 Ore di Brands Hatch a cui Clark avrebbe dovuto partecipare al volante della Ford P68 di Alan Mann.
Un equivoco fatale fece sì che, il 7 aprile, lo scozzese non fosse nel Kent ma nel Baden-Württemberg per contendersi il German Trophy. Un evento che apre il Trofeo Europeo F2 con una piattaforma di fascia alta inclusa Ferrari (Amon), Matra (Beltoise, Pescarolo) e Gold Leaf Team Lotus (Clark e Hill)…
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