Jean Todt: “Non è ancora arrivato il momento dell’inventario”

Nel corso di un incontro con i media a margine del Gran Premio di Francia, il francese, da dodici anni nella FIA, ha parlato della fine del suo mandato rifiutandosi di designare un erede.

pubblicato 30/06/2021 à 16:04

Pierre Nappa

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Jean Todt: “Non è ancora arrivato il momento dell’inventario”

Jean Todt lascerà l'incarico di presidente della FIA alla fine dell'anno. © DPPI / F. Gooden

Il prossimo dicembre terminerà il tuo terzo e ultimo mandato alla guida della FIA. Qual è la tua valutazione?

Il momento dell'inventario non è ancora arrivato. È troppo presto. Ho avuto due periodi nella mia carriera, dal 1966 al 1981 in cui ho corso; poi dal 1981 quando presi la gestione dell' Peugeot sport fino ad oggi.

Negli ultimi trent'anni non c'è stato un giorno in cui non sono stato in ufficio; il che è un po’ folle, ma che considero una benedizione. Voglio che sarà lo stesso fino al 17 o 18 dicembre. Solo allora potremo discutere su cosa fosse vero o no.

Si affronteranno due candidati, Graham Stoker e Mohammed Ben Sulayem. Hai un preferito?

Non ho un candidato. Rispetterò la scelta delle urne. So che ci sono due candidati per il lavoro, ma forse altri si faranno avanti dato che la data di chiusura è intorno a ottobre. C'è ancora tempo.

Ricordo che durante la mia prima elezione annunciai la mia candidatura a luglio per le elezioni di ottobre e solo all'ultimo momento rivelai la mia squadra. I due attuali candidati, invece, hanno già presentato la loro.

Pensi di mantenere un legame con la FIA?

No, nessuno si sentirebbe a proprio agio, men che meno io. A dicembre il mio tempo finirà, la pagina verrà voltata. Faccio molte cose che non sono legate al motorsport e che poche persone conoscono. Ho dei progetti di cui è ancora troppo presto per parlare.

Alla guida della scuderia si saranno succeduti Bernie Ecclestone, Chase Carey e Stefano Domenicali F1 sotto la tua presidenza. Chi è stato il tuo preferito con cui lavorare?

Chase ha sostituito Bernie e ha deciso di rinnovare la F1. Ha reclutato Ross (Brawn, ndr) e si è circondato di una squadra. Ha creato una squadra e non voleva né poteva operare da solo come Bernie. Con quest'ultimo i miei rapporti sono sempre stati diversi, perché non bisogna dimenticare che sono arrivato in F1 grazie a lui che mi ha suggerito il nome Ferrari, ma questo non vuol dire che fossi sempre d'accordo con lui e che non ci scontrassimo.

Poi Chase ha deciso di dimettersi e Liberty ha chiamato Stefano. Ci conosciamo molto bene. Abbiamo lavorato insieme alla Ferrari, poi alla FIA dove gli ho affidato le redini della Commissione monoplace. Da collega di lavoro è diventato un amico e sono molto felice per lui. Ha il suo stile, diverso da quello di Chase e Bernie. La cosa più importante è che in questi anni lo sport non è mai stato penalizzato da possibili dissapori tra la FIA e il detentore dei diritti commerciali.

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