Nessuno diventa quattro volte campione del mondo per caso. Lasciamo che questo penetri una volta per tutte nella testa di coloro che continuano a dire che il tedesco deve i suoi titoli solo al periodo della dominazione Red Bull. Senza dubbio, per quanto riguarda lui, il suo debutto in Ferrari nel 2015 è stato troppo idilliaco. Forse sarebbe stato meglio se fosse arrivato al livello più basso squadra per, come il suo modello Michael Schumacher, ricostruire la squadra attorno a lui e a sua immagine. Ora che conosce il vero volto della Scuderia è senza dubbio più attrezzato per fornire i giusti rimedi ai mali che la affliggono.
L’anno scorso, più la Scuderia cadeva nella gerarchia e Maurizio Arrivabene – il suo capo – nel sarcasmo, più il tedesco si nutriva di frustrazioni. Strega cominciò ad accumulare piccoli errori, a perdere la calma sempre più spesso. Fummo trattati, da allora in poi, come un ragazzo che nessuno conosceva: scherniva, scherzava, piangeva, insultava alla radio chiunque avesse la presunzione di intralciarlo. Massa e Alonso, tra gli altri, ne avevano diritto, anche Charlie Whiting, direttore tecnico della FIA, si è visto piovere qualche nome sulla sua autorità. Se il Cavallino Rampante non torna ad essere più docile, chi può dire che il suo pilota numero 1 non venga nuovamente sbalzato?
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