Gran Premio dell'Arabia Saudita: il racconto della notte di Jeddah

Per quasi 4 ore e mezza i piloti sono rimasti rinchiusi nell'hospitality della F30 per discutere la loro posizione riguardo al proseguimento del Gran Premio, che finalmente avrà luogo. Storia di una notte che ha dato vita al paddock di Jeddah.

pubblicato 26/03/2022 à 02:27

Jeremy Satis

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Gran Premio dell'Arabia Saudita: il racconto della notte di Jeddah

Lewis Hamilton e i due piloti Alpine Fernando Alonso e Esteban Ocon sono usciti intorno alle 2. © Antonin Vincent / DPPI

22:XNUMX, Gedda. In sostanza si è trattato solo di un incontro informativo tra il presidente del Gruppo F1 Stefano Domenicali, il team principale e i piloti, in merito all'esplosione avvenuta a dodici chilometri di distanza intorno alle 17, nell'infrastruttura petrolifera Aramco, a sud-est del circuito, e che ha provocato un grave incendio, visibile dalle Corniche. Un attacco subito rivendicato anche dai ribelli Houthi yemeniti. Ricordiamo che questi ultimi sono in guerra dal 30 contro il governo yemenita, sostenuto dalla coalizione dei paesi del Golfo, guidata proprio dal regno saudita. 

Lors de cette réunion, qui s’est tenue sur les coups de 22h, les pilotes, les écuries, la FIA et Stefano Domenicali se sont entretenus à huis clos dans l’hospitalité

Jeremy Satis

Grande reporter di F1 e appassionato di formule promozionali

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2 Commenti)

26/03/2022 alle 11:07

Questo deve aver fatto seriamente discutere i dollari perché MBS e ARAMCO sono grandi donatori di dollari al circo della Formula 1! Penso che i piloti siano stati costretti a schiantarsi e a correre per volere dei loro datori di lavoro, la FIA e Liberty Media...

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DANIEL MEYERS

26/03/2022 alle 10:30

Perché, tra l'altro, non informarci che è uscito un comunicato stampa in cui si dice che se i piloti non avessero corso comunque NON avrebbero potuto tornare subito in Europa? Perché i piloti sono banditi da conf. Premere ?

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