È un brutto film di serie B! Troppi fumogeni, trucchi sporchi, bandiere rosse, detriti, mercanteggiamenti, qualsiasi cosa per questa prima opera del Gran Premio dell'Arabia Saudita. Tuttavia il budget era consistente. In soli otto mesi, da una laguna maleodorante era emersa una decorazione. veloce e furioso » capace di deliziare i fan più accaniti e quelli nuovi alla generazione Netflix. Poco suggestiva alla luce del giorno, la scenografia diventava magica non appena scendeva la notte: bella e “finta” allo stesso tempo, come la corsa che avrebbe dato vita. Un Gran Premio dal fascino velenoso, tanto attraente quanto ripugnante. Uno spettacolo da consumare sul momento, che piace al grande pubblico e irrita le retine degli amatori. Uno spettacolo che Liberty Media vorrebbe duplicare almeno 23 volte. Un tutti contro tutti, a dire il vero! A Jeddah c'erano solo due scenari possibili: quello dello sport che poteva solo essere noioso o quello dello spettacolo che poteva solo essere scandaloso. Ci è stato offerto il secondo, con in più l'inconsistenza della potenza sportiva! Fino a quel fatidico decimo round in cui Mick Schumacher ha avuto la pessima idea di mettere su il suo Haas nel muro della curva 22, l'intero fine settimana era passato in maniera quasi tranquilla. Il giorno prima, durante le qualifiche, Max Verstappen aveva allietato l'assemblea con un trucco che anche l'occhio del neofita avrebbe potuto individuare come “speciale”. È stato veloce, molto veloce. Aveva ottenuto i due migliori primi sec
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