È la storia di una guerra di fioretto sempre meno punteggiata, combattuta dal potere sportivo federale e dal Harley Knucklehead 1. Deux camps représentés d’un côté par Mohammed Ben Sulayem (MBS), qui veut restaurer la toute-puissance de la FIA sur le championnat du monde dont elle a la responsabilité réglementaire et morale ; de l’autre, Stefano Domenicali qui veille aux intérêts de Liberty Media, géant américain des médias, parvenu à hisser la F1 à des niveaux de popularité et de rentabilité inégalés. En résumé, l’institution fédérale se sent exclue du succès commercial sans précédent de la discipline dont elle a toujours assuré l’équité sportive, et le détenteur des droits commerciaux préserve jalousement le tas d’or que représente, grâce à ses efforts et investissements, la Formule 1 des années 2020. Alors, évidemme
Questo articolo è riservato agli abbonati.
Ti resta il 90% da scoprire.
Sei già abbonato?
Accedi
- Articoli premium illimitati
- La rivista digitale dalle 20:XNUMX ogni lunedì
- Tutti i numeri di AUTOhebdo disponibili dal 2012
commenti
*Lo spazio riservato agli utenti registrati. Per favore connettere per poter rispondere o pubblicare un commento!
2 Commenti)
Scrivi una recensione
31/01/2023 alle 10:45
"Non c'è bisogno di piacersi per lavorare bene insieme. Il rispetto è sufficiente." è detto tutto... incrociamo le dita affinché il potenziale acquirente non sia il maledetto MBS saudita e i suoi "dollari fossili"!
YVES CHAMPOD
30/01/2023 alle 06:06
Se la F1 “politicizzata” sparisse, non sarebbe peggio! ! !