Due titoli mondiali, due soli titoli verrebbe da aggiungere, acquisiti nel 2005 e nel 2006 con Renault, che solo in parte rendono omaggio al talento e all'indefettibile determinazione di Fernando Alonso. Da moderno Don Chisciotte, lo spagnolo ha lottato troppo spesso contro i mulini a vento al volante di monoposto dalle prestazioni limitate. Un uomo dalle cause perse che ha ampiamente contribuito alla sua leggenda, è anche l'uomo delle scelte sbagliate al momento giusto. Fatalità, sfortuna, errore di casting: sono tanti i motivi che spiegano perché il pilota asturiano raramente ha avuto tra le mani la vettura più delle altre che gli ha permesso di Michael Schumacher chez Ferrari, Sebastian Vettel chez Red Bull, Lewis Hamilton chez Mercedes et Max Verstappen per due stagioni per infilare vittorie come perle. I suoi successi, ed è merito suo, Alonso li ha costruiti al volante di monoposto sicuramente competitive, ma per niente dominanti.
Il che fa di lui un eroe, ma non una vittima, perché ha avuto le sue possibilità e opportunità. Il suo record è inferiore a quello che dovrebbe essere, lo deve innanzitutto alle sue scelte, non sempre dettate dalle circostanze. Aston Martin sarà la sua ultima salvezza? Ha due stagioni davanti a sé, tre al massimo, per rendere quest'ultima scommessa il riscatto definitivo per tutti i suoi errori di cambio.
Alonso, procheQuesto articolo è riservato agli abbonati.
Ti resta il 90% da scoprire.
Sei già abbonato?
Accedi
- Articoli premium illimitati
- La rivista digitale dalle 20:XNUMX ogni lunedì
- Tutti i numeri di AUTOhebdo disponibili dal 2012
commenti
*Lo spazio riservato agli utenti registrati. Per favore connettere per poter rispondere o pubblicare un commento!
1 Commenti)
Scrivi una recensione
NICOLAS SEPTFONDI
03/01/2023 alle 10:16
Quanto è bello leggere articoli di qualità come questo su Internet, è così raro. Poi, non appena si trova nell'ambito di Auto hebdo, è sempre molto qualitativo e rilevante.