È verde, il colore della rinascita e della speranza, che è cresciuto Fernando Alonso a sbattere la porta del blues l'estate scorsa, per rispondere al richiamo del piede di Lawrence Passeggiare entrando a far parte di un team di Silverstone che non è andato da nessuna parte per due anni? Ricorda, l'annuncio del suo arrivo a Aston Martin, svoltosi all'indomani del Gran Premio d'Ungheria, ha colto tutti di sorpresa, a cominciare dal Enstone. Il paddock lo prese per un pazzo e gli pronosticò l'ennesima scelta rischiosa in carriera, di quelle che hanno contribuito a fare di lui un “semplice” bicampione del mondo, mentre due o tre corone in più avrebbero reso più giustizia all'impronta che lascerà nella storia di questo sport.
Nel 2021, dopo aver fallito nel lasciarsi la Formula 1 alle spalle, lo spagnolo è tornato con il coltello tra i denti per trionfare, ed è stato tutt’altro che una facciata o una messa in scena. A casa di Alpine, non si muoveva abbastanza velocemente per i suoi gusti, quindi quando Stroll e le sue ambizioni XXL si sono trasformate in danza del ventre, Fernando Alonso non ha impiegato molto a rimanerne incantato. Chi avrebbe potuto prevedere, tuttavia, che non sarebbe stato necessario
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