Aston Martin, Caterham, Jaguar… quando i team diventano verdi!

In questa settimana di San Patrizio, ecco un elenco (non esaustivo) dei team che hanno utilizzato il colore verde sulle loro monoposto, storicamente riservato ai team britannici in F1.

pubblicato 18/03/2025 à 16:45

Dorian Grangier

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Aston Martin, Caterham, Jaguar… quando i team diventano verdi!

© DPP

Pulire

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Nel 2024, Sauber – scusa, Stake F1 Squadra – è stata l'ultima squadra a vestire la propria auto di verde fluorescente. La squadra svizzera ha sorpreso tutti con una livrea a dir poco originale, facilmente riconoscibile in mezzo al campo (soprattutto di notte!). Un verde davvero insolito utilizzato per fare riferimento ai due sponsor principali della squadra, ovvero la piattaforma di streaming KICK e il sito di casinò online e scommesse sportive Stake. Nel 2025, la Sauber ha mantenuto il verde sulla parte anteriore della sua monoposto, un verde leggermente meno "appariscente", per la gioia dei nostri occhi...

Aston Martin

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Immagina un file Aston Martin senza livrea verde sarebbe davvero una vera Aston Martin? La squadra britannica rappresenta essenzialmente tutto il fascino del Regno Unito e questo famoso colore nel motorsport, il “British Racing Green”. Utilizzato per la prima volta dalla casa costruttrice di Gaydon negli anni '1950, questo tipico verde è stato utilizzato durante il ritorno dell'Aston Martin in Formula 1 nel 2021.

Loto/Caterham

© Florent Gooden/DPPI

Se il team Lotus Racing (2010) / Team Lotus (2011) / Caterham (2012-2014) non è entrato negli annali per i suoi risultati (zero punti segnati tra il 2010 e il 2014…), il piccolo team britannico avrà avuto almeno il onore di riportare la livrea verde in Formula 1. Abituata al fondo dello schieramento, la monoposto progettata a Leafield non si è mai veramente distinta in pista, se non per aver abbandonato...

Jaguar

©Jean-Michel Le Meur/DPPI

Altra livrea verde, altro produttore britannico! Tra il 2000 e il 2004, la Jaguar tentò l'avventura della F1 con una bellissima livrea verde, bianca e rossa nei colori del suo sponsor principale, il gruppo bancario britannico HSBC. Nonostante alcuni risultati promettenti, la Jaguar non superò mai il 7° posto nel campionato Costruttori, e alla fine del 2004 venne venduta alla società Red Bull, con il successo che da allora conosciamo.

Giordania

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Continuiamo sulle squadre britanniche con Jordan e la sua famosa livrea verde e blu “SevenUp” durante la sua prima stagione nel 1991, uno dei vestiti preferiti dagli appassionati di Formula 1. È a bordo di questa Jordan 191 che Michael Schumacher fece il suo debutto nella disciplina durante il GP del Belgio del 1991. Jordan cambiò più volte livrea negli anni '1990, fino a trovare la sua identità definitiva con una copertura gialla.

Benetton

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Ecco quello strano in questa lista: Benetton. La squadra italiana si è regolarmente presentata con livree multicolori, legate all'omonimo marchio di abbigliamento, ma utilizzando sempre una maggioranza di verde sulle sue monoposto, come il logo dell'azienda di moda. La Benetton B194, che avrebbe vinto il suo primo titolo mondiale con Michael Schumacher nel 1994, indossava un abito verde, blu e bianco.

Loto

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Negli anni '1960, la livrea verde e oro del team Lotus – quella vera questa volta – fu una delle prime a passare ai posteri. Divenuti inseparabili dalla squadra di Colin Chapman, questi colori brillarono nella Formula 1 con un certo Jim Clark al volante, perpetuando la tradizione di piloti/team vittoriosi nei giovani anni della disciplina.

Le squadre britanniche (Vanwall, Cooper, ecc.)

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Per concludere questa bella lista di livree verdi in Formula 1, concludiamo con una spiegazione: perché i team britannici utilizzavano tradizionalmente il famoso colore "British Racing Team". Per scoprire l'origine di questo colore così speciale nel mondo degli sport motoristici, dobbiamo tornare all'inizio del secolo scorso: nel 1902, l'Inghilterra ospitò per la prima volta la prestigiosa Gordon Bennett Motor Cup (antesignana dell'attuale Gran Premio). Nonostante l'entusiasmo suscitato dall'evento, ben presto si presentò un problema: il limite di velocità nazionale era di sole 12 miglia orarie, una velocità da lumaca perfino all'epoca!

Gli organizzatori spostarono quindi la gara in Irlanda, un paese dove all'epoca non esistevano limiti di velocità, ma dove il verde era onnipresente. E secondo la leggenda, i piloti britannici dipinsero le loro auto in omaggio all'isola che ospitò la gara. È nato il British Racing Green e da allora è stato utilizzato da molte squadre britanniche come Vanwall o Cooper negli anni '1950.

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Dorian Grangier

Un giovane giornalista nostalgico degli sport motoristici di una volta. Cresciuto grazie alle gesta di Sébastien Loeb e Fernando Alonso.

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