Fabrizia Pons: “Smetterò quando il telefono smetterà di squillare”

Da dove nasce la tua voglia di fare rally?

Non è iniziato nella mia famiglia perché nessuno ne era interessato. Fin da giovanissimo mi sono appassionato al motocross. Ero l'unica donna e gareggiavo contro i ragazzi. Dato che amavo fare meccanica e prendermi cura della mia moto, andavo a imparare nei garage dei miei amici. Le macchine dell’epoca erano molto pesanti… ed io ero molto magro. Ogni volta che cadevo rompevo qualcosa. Il giorno in cui ho avuto un gravissimo incidente, la Federazione non ha più voluto rilasciarmi la patente.

Questo ti ha spinto verso le automobili?

Nel 1976, all'età di 21 anni, mia madre mi comprò la mia prima macchina. Si trattava di un'Autobianchi A112 Abarth da 70 cavalli. In tre giorni ho fatto installare tutto il necessario in termini di sicurezza, il roll bar, le cinture, ecc. Mi sono quindi messo in fila all'inizio di a rallye…senza dirlo a nessuno!

A quel tempo, qual era la tua ambizione?

All'inizio volevo soprattutto accontentare me stessa. Comunque ero in una categoria dove c’era sempre molta gente. Al termine di questa prima esperienza al volante, ho vinto la mia classe. A poco a poco, le persone intorno a me hanno iniziato a dirmi che avevo talento. A metà stagione il Jolly Club (vedi Ah n°2262) mi ha regalato un'Alfa Sud Gr. 2 e non ho più dovuto pagare per correre.

È stata poi la squadra Conrero a reclutarti…

Nel 1977 e nel 1978 sono stato infatti pilota ufficiale Opel Italia, ma dopo queste due stagioni non sono riuscito a trovare una vettura in un'altra categoria. La Kadett GT/E era in Gr. 1 e lo so