Anthony Davidson: 'Ho sofferto di gravi attacchi di ansia'

Durante un memorabile volo sul Circuito della 24 Ore, il giovane pensionato britannico dai circuiti ha ripercorso il suo viaggio, confidandoci le sue gioie, i suoi dolori ed i suoi dubbi. Una testimonianza forte che ci ricorda che la carriera di un atleta di alto livello ha i suoi lati oscuri.

pubblicato 25/11/2022 à 18:00

Fabien Gerard

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Anthony Davidson: 'Ho sofferto di gravi attacchi di ansia'

Co-decollo con Anthony Davidson - Ex pilota di F1 e campione del mondo Endurance © Fabien Gérard

Ciao Anthony Davidson, grazie per averci chiesto di unirti a te a bordo del dirigibile, è una vera leggenda!

È una figura emblematica nel mondo delle corse automobilistiche. Principalmente negli Stati Uniti. Da bambino lo vedevo sorvolare parecchie gare che guardavo in TV. Se un bambino vuole rappresentare un circuito automobilistico penso che disegnerà il dirigibile. Sono felice di fare questo volo sopra il percorso di 24 ore di Le Mans. Avrei dovuto farlo l'anno scorso, ma dato che correvo ancora in LM P2 con Jota, venerdì mattina mi sono dovuto alzare presto. È stato straziante rifiutare perché questo momento era nella mia lista dei desideri.

Come è iniziato tutto per te nel motorsport?

Mio padre si è sempre evoluto nel mondo delle corse, senza realmente guidare. La sua passione era creare livree. Come artista, era il suo modo di far conoscere il suo lavoro. Frequentava i paddock e si metteva a disposizione di chiunque volesse. Ha deciso di lanciare me e mio fratello maggiore (Andrew). karting. Ai miei tempi non era una disciplina così accessibile (fine anni 80, inizio anni 90. Nota dell’editore). Per avviarlo dovevi spingere il kart ed era sempre regolato molto male. Era un telaio da adulto che avevamo modificato per un bambino, sostituendo il sedile. Stavo gareggiando contro ragazzi come Dan Wheldon (doppio vincitore della 500 Miglia di Indianapolis morto durante la gara nel 2011. Nota dell'editore), che era un po' più grande di me. Ci siamo subito innamorati, era una cosa nostra famiglia. Mio fratello ha avuto un incidente e una brutta frattura alla caviglia lo ha costretto a non volare. Divenne il mio capo meccanico, mentre mio padre (Dennis) ricopriva il ruolo di team manager. Siamo saliti

Fabien Gerard

Coltello svizzero per sport motoristici. Mi piace parlare delle discipline ombra che meritano di essere portate alla luce. Specialista di vetture turismo (Supercar, DTM, TCR World Tour, BTCC)

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