In quarantena con AUTOhebdo – La grande storia del Safari Rally

Il Safari Rally, in una versione più edulcorata, dovrebbe normalmente ritornare nel WRC quest'anno. L'occasione per ripercorrere questo mercoledì la storia di un evento leggendario.

pubblicato 15/04/2020 à 12:20

Pierre Nappa

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In quarantena con AUTOhebdo – La grande storia del Safari Rally

È un mito di rallye mondo, allo stesso modo del Rally di Monte-Carlo o del Rally di Finlandia, ma la dimensione dell’evento disputato in WRC tra il 1973 e il 2002 gli conferisce necessariamente un posto speciale.

Sulle piste del Kenya, il Safari Rally ha proposto nella sua versione “storica” un percorso dove la classifica veniva fatta nei primi anni in base alle penalità ricevute in relazione ad un dato tempo.

Gli anni '50 e '60 rimasero appannaggio dei piloti locali, prima che Hannu Mikkola rompesse il dominio degli specialisti nel 1972 con la sua Ford Escort RS1600.

 

 

 

En 1973, le Safari Rally fait logiquement partie du premier Championnat du Monde FIA, récompensant dans un premier temps les Constructeurs. Avec les Ford Escort, Porsche 911 Peugeot 504 e i vari Datsun, il campo sembra ottimo, ma è comunque uno specialista, Shekhar Mehta (Datsun), a distinguersi.

Fino all'inizio degli anni '80, gli assidui frequentatori della manifestazione dominavano regolarmente il Safari Rally con Mehta e Joginder Singh, ma i piloti europei e le loro vetture, sempre più preparati ad affrontare le difficoltà offerte dal percorso, si rivelarono agguerriti avversari.

Va detto che la prospettiva di una vittoria al Safari Rally può offrire una vera e propria campagna pubblicitaria per i marchi, che i giapponesi hanno perfettamente integrato, dal momento che le auto giapponesi spesso dominano la gara con Datsun – Nissan e Mitsubishi in testa.

Per contrastare questo dominio, la Peugeot, già vincitrice negli anni '60, impone la sua 504 nel 1975 e nel 1978 con Ove Andersson e poi Jean-Pierre Nicolas, mentre la Ford lancia con successo la sua Escort RS1800 nel 1977 con Björn Waldegård.

 

 

 

L’époque du Groupe B verra une vraie main-mise des pilotes scandinaves réguliers du WRC avec Ari Vatanen (Opel) en 1983, mais surtout trois victoires consécutives pour Toyota avec Björn Waldegård et Juha Kankkunen entre 1984 et 1986, la Celica TCT dominant également le Bandama en Côte d’Ivoire. Une véritable spécialisation de la firme désireuse de conquérir de nouveaux marchés.

 

 

L'emergere del Gruppo A vide la Lancia vincere finalmente nel 1988, 1989 e 1991 con Massimo Biasion e Juha Kankkunen, ma la Toyota rimase la più forte sulle piste africane dai tempi di Björn Waldegård e Juha Kankkunen (ancora loro), ma anche Carlos Sainz vinse tra il 1990 e il 1993 con la Celica, seguito nel 1994 e 1995 da Ian Duncan e Yoshio Fujimoto.

 

 

Questa sarà l'ultima vittoria nel WRC per Toyota, dato che Mitsubishi, Subaru e Ford domineranno il periodo 1996-2002, il che segna un cambiamento significativo per il Safari Rally, con un percorso ridotto e ora composto da eventi speciali.

Tre piloti condivideranno le vittorie: Tommi Mäkinen, Colin McRae e Richard Burns, tutti incoronati campioni del mondo durante quel periodo.

 

 

 

 

Colin McRae sarà l'ultimo vincitore del Safari Rally nel Campionato del Mondo nel 2002 con la Ford Focus RS.

 

 

 

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