Sordo: “Vedo Seb come un idolo”

Far parte del team ufficiale Citroën nel WRC è una grande opportunità, essere secondo dietro a Loeb è meno scontato. Dani Sordo non è d'accordo.

pubblicato 20/05/2009 à 08:53

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Sordo: “Vedo Seb come un idolo”

Dani Sordo è un ragazzo discreto, riservato al punto da sembrare a volte sulla difensiva. Soprattutto nelle interviste. Bisogna ammettere che il suo compito non è facile. Domande alle quali non può sfuggire, probabilmente se le pone spesso, e per troppo tempo. Nel 2005, Dani aveva 22 anni quando vinse il campionato FIA Junior. Da allora è pilota Citroën. Tre anni e mezzo dopo, sta ancora aspettando la sua prima vittoria. È costretto e costretto, oppure è impotenza, il fatto che sembra accontentarsi di un ruolo che lo limita ad assicurare il titolo in via prioritaria. Costruttori? Speranze e domande espresse da un ragazzo dal sottile e delizioso umorismo impassibile.

Che bilancio trai dall'inizio della stagione 2009?
Ho iniziato bene in Irlanda. In secondo luogo ero contento, anche se, ancora una volta, Seb ha dimostrato di essere un gradino sopra tutti. In Norvegia ho guidato bene. Difficile da battere. D'altro canto sono deluso dalla mia prestazione cipriota. Ero però certo di aver migliorato sui percorsi stretti e tortuosi. In Portogallo è stato un po’ diverso. Mi sono divertito lì rallye…tranne in due o tre prove speciali. Mi sono perso tra i miei appunti. In un punto, le difficoltà si susseguivano ad un ritmo tale che non riuscivo ad assimilare tutto quello che Marc (Marti, il suo copilota, ndr) mi diceva. Mi sono ritrovato fuori rotta, ho evitato per un pelo di uscire di strada e ho perso tutta la velocità. A volte è meno ovvio il motivo per cui sto perdendo tempo. In Argentina ho lottato per un po’ per il primo posto. Venerdì sera ero in testa. Fa sempre bene al morale. Il giorno dopo Seb ha rimesso le cose a posto. Ho aperto la strada e non ho potuto fare nulla. Il ritiro di Mikko mi ha garantito il secondo posto. Dovevo solo rallentare. Difficilmente mi posso lamentare: sono secondo in campionato... ma continuo ad essere più competitivo sulle piste veloci.

Quando si è in grado di guidare a velocità molto elevate, non dovrebbe essere un gioco da ragazzi essere efficienti a bassa velocità?
Sono il primo a pensarci. Sul terreno è meno evidente. Forse tendo a ritardare eccessivamente la frenata. Quando ti salta addosso una svolta? di fronte, il tempo che separa il ?troppo presto? ?troppo tardi? non è facile da definire.

Trovate l'intervista completa su AUTOhebdo N°1701, in edicola dal 20 maggio.

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