Il WRC sta lentamente morendo?

Ogni martedì due nostri giornalisti confrontano il loro punto di vista su uno dei temi del momento. Questa settimana ci chiediamo se il declino del WRC sia inevitabile.

pubblicato 29/11/2022 à 10:00

scrittura

1 Visualizza commenti)

Il WRC sta lentamente morendo?

Quale futuro per il WRC? / ©DPPI

I fatti

Mentre dubbi persistenti circondano il coinvolgimento a lungo termine di Hyundai in cima a rallye mondo, che il numero dei concorrenti si sta restringendo come una pelle, che le nuove normative ibride faticano ad attrarre nuovi produttori e che il WRC soffre di un certo riserbo mediatico, ci chiediamo se la disciplina non stia morendo silenziosamente di bella morte.

SÌ, di Julien Billiotte

Figlio del auto, non sono l'osservatore migliore, né il più obiettivo, quando si tratta di discutere del futuro del WRC. Eppure, la massima categoria del rally mondiale mi dà l’impressione di attraversare ormai da anni una profonda crisi esistenziale.

Adottando regolamenti ibridi per la prima volta nella sua storia nel 2022, il Campionato del mondo di rally sperava di attrarre nuovi giocatori, o almeno convincere i vecchi produttori a fare nuovamente il grande passo.

Con solo due produttori e mezzo ufficiali coinvolti (Toyota, Hyundai con un programma ufficiale, Ford via M-Sport), il conto non è presente. E non sono le insistenti voci su un imminente ritiro del marchio coreano a rassicurare gli amanti della disciplina...

Altri produttori stanno aspettando il passaggio al XNUMX% elettrico prima di fare il grande passo? Disciplina popolare e vecchia scuola, il rally non perderebbe parte della sua anima voltando le spalle alle termiche?

Dal lato piloti, l’avvento di Kalle Rovanperä, il pilota più giovane a vincere un titolo WRC, è da accogliere con favore. Ma non è forse il 22enne finlandese l'albero che nasconde la foresta quando vediamo vecchi veterani come i nostri due Sébastien nazionali, Loeb et Ogier, alternare freelance vincenti e periodi sabbatici? Senza voler denigrare il loro eccezionale talento, la loro capacità di tornare ogni 3-4 mesi per lavorare come freelance con altri concorrenti non tradisce una crudele mancanza di sangue nuovo?

Che dire infine della relativa riservatezza in cui si trova oggi la WRC sulla scena mediatica? Certo, la disciplina continua a godere di grande popolarità presso uno zoccolo duro di appassionati, ma fa sempre più fatica ad oltrepassare i confini di questi appassionati sfegatati.

A meno di uno shock salutare, il WRC sembra condannato a diventare uno sport di nicchia.

NO, di Loïc Rocci

La passione rende ciechi, ma siccome un compagno di squadra ex campione del mondo (nel 2001) afferma che “ la casa non brucia " e quello'" una volta esisteva un campionato composto da due costruttori e il WRC è sopravvissuto ", perché non crederci?

Robert Reid è il deputato allo sport della FIA e deve sapere di cosa sta parlando. I giovani brontoloni che prevedono la morte del WRC probabilmente non se ne rendono conto, ma questa prospettiva è stata annunciata più volte in passato…e ancora oggi vengono organizzati eventi con vere vetture ufficiali a bordo.

Non hanno vissuto il 1986/1987 quando, dopo gli infortuni, fu necessario reinventare questa disciplina ripartendo quasi da zero a livello tecnico. Non sarebbe ora di capire finalmente che il WRC non è il F1 e non lo sarà mai? Dovremmo cambiare il disco e smettere di voler assolutamente che ciò che viene fatto in circuito funzioni nei rally. La promozione di questi sport è completamente diversa.

In questo ambito la WRC ha fatto enormi progressi negli ultimi anni. Chi avrebbe mai immaginato che un giorno sarebbe stato possibile seguire tutti gli orari in diretta? È sufficiente per attrarre persone che non sono fan? Certo che no, ma basta passeggiare in un parco assistenza o andare a lato delle prove per sentirsi tranquilli.

Mentre le gare su pista dei cosiddetti campionati “del mondo” si svolgono davanti a nessuno, il WRC affascina ancora. Si critica il livello dei concorrenti, ma che importanza ha un confronto con maghi come i nostri due nazionali Sébastien, Ott Tanak ou Thierry Neuville ?

Dietro ogni conducente non si nasconde un Kalle Rovanperä e non dovremmo aspettarci che un fenomeno del genere emerga ogni anno! Nei 13 rally del 2022 non ci sono stati 5 vincitori diversi? Qual è il risultato altrove con molte più gare in programma? Lo spettacolo offerto rimane enorme con auto sempre altrettanto veloci e ora più ecologiche.

Ciò richiede certamente ancora progressi, ma l’attuazione è stata ben lontana dal fiasco previsto. Se purtroppo gli uccelli del malaugurio dovessero comunque avere ragione e uno o anche due belligeranti ritirassero le loro biglie, bisognerebbe confidare che i leader abbiano il coraggio di rimettere tutto in carreggiata e ripartire così su nuove, meno basi serie, costose, più rilevanti per il mercato e in grado di attrarre più marchi. Quando la passione prende il sopravvento...

1 Visualizza commenti)

Leggere anche

commenti

*Lo spazio riservato agli utenti registrati. Per favore connettere per poter rispondere o pubblicare un commento!

1 Commenti)

S

Patrizio BAULARD

30/11/2022 alle 07:06

Il WRC 2022 assomiglia al WTC, non è eccezionale; e quando vediamo i prezzi del “Toyota rent” possiamo preoccuparci per il futuro. Se l’idea è quella di diventare tutto elettrico, sì, è la morte del campionato. Alla fine del girone B siamo tornati ad auto più accessibili, sia a livello di guida che economico. Se nel 2024 abolissimo il WRC, potremmo avere un campionato del mondo con Toyota, Hyundai, Ford, Skoda, Citroën ed eventualmente VW-Peugeot-Renault? Si chiama WRC2, basta togliere il 2 e lo spettacolo sarà assicurato.

Scrivi una recensione