In quarantena con AUTOhebdo – Gruppo 4 nel WRC

In questo lunedì di quarantena, tuffiamoci in un'altra epoca d'oro del rally mondiale: il Gruppo 4 e i suoi modelli leggendari come la Ford Escort, la Lancia Stratos o laAlpine A110.
 

pubblicato 24/03/2020 à 15:12

Pierre Nappa

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In quarantena con AUTOhebdo – Gruppo 4 nel WRC

Chiedi a qualsiasi tifoso rallye qual è il periodo migliore del Motomondiale: molti vi diranno il Gruppo B, e la favolosa Audi Quattro, Peugeot 205 T16, Lancia 037 e Delta S4, Ford RS200…

Sarebbe però un peccato non guardare indietro a qualche anno fa, poco prima dell’introduzione del Gruppo B il periodo di punta del Gruppo 4.

Tra le prime omologate nella categoria, dove dovevano essere prodotte 500 vetture (poi 400) all'anno, la celebre Berlinette A110 diAlpine si dimostrò presto uno dei più veloci, mettendo a segno una clamorosa tripletta al Rally di Monte-Carlo del 1973, prima prova del WRC nella sua forma moderna, guidata da Jean-Claude Andruet. Quell'anno il marchio avrebbe vinto il titolo Costruttori.

 

© DPP

 

 

 

 

Se la Ford rimase fedele alla sua Escort RS1600 e poi alla RS1800, omologata nel Gruppo 2, Boreham dovette aspettare prima di vedere arrivare il Gruppo 4 nel 1977. La nicchia era allora perfetta per la Lancia, che lanciò nel 1974 la sua Stratos, un vero e proprio prototipo da rally.

Dopo i tre successi del 1974, il 1975 segnò l'inizio di un vero e proprio raid delle vetture italiane, affidato in particolare a Sandro Munari e Björn Waldegård, sia per tre volte consecutive al Rally di Monte-Carlo, ma anche in Portogallo, a Sanremo…

 

 

 

 

Nel 1977, la Ford lanciò finalmente la sua Escort RS1800 Gruppo 4. La prima uscita dell'auto nella Coppa del Mondo si concluse con un'impressionante vittoria al Safari Rally, con Björn Waldegård. Quest'ultima vinse anche a fine stagione al RAC, manifestazione che la Escort dominerà tra il 1972 e il 1979 nelle sue diverse declinazioni, compresi tre successi per il Gruppo 4.

Björn Waldegård vinse il primo titolo Piloti WRC nel 1979 con la Escort, poi imitato nel 1981 da Ari Vatanen, la Ford “Rothmans” schierata dalla struttura di David Sutton.

 

 

 

 

Il gruppo FIAT sentì chiaramente che la concorrenza si stava rafforzando e alla fine abbandonò le sue favolose Stratos (che però continuarono a vincere fino all'inizio degli anni '80, in particolare con Bernard Darniche e Markku Alen), per la meno sexy 131 Abarth.

Su questa vettura, Alen, ma anche Walter Röhrl, Michèle Mouton, Jean-Claude Andruet e Bernard Darniche si riveleranno o proseguiranno vittoriosamente la loro carriera. Il risultato fu un titolo mondiale per Röhrl nel 1980.

 

 

 

 

Se ilResistenza demeure le leitmotiv de Porsche, le rallye n’est jamais bien loin des préoccupations allemandes en cette période. En 1978, avec une 911 SC, Jean-Pierre Nicolas empoche le Monte-Carlo, quand Jean-Luc Thérier s’impose en Corse deux ans plus tard.

 

© DPP

Nella scia, Renault, con una piccola bomba chiamata R5 Turbo, Opel, con un Ascona 400 che portò Röhrl ad una seconda incoronazione nel 1982, seguì l'esempio. La vettura francese ottenne in particolare una prestigiosa vittoria al Rally di Monte-Carlo del 1981, con al volante “Jeannot” Ragnotti.

 

 

 

 

Una vittoria conquistata quando un “carro armato” tedesco dotato della nuovissima tecnologia, la trazione integrale, aveva fatto il suo grande debutto sulle strade dell'Ardèche e del sud-est della Francia.

Audi Sport aveva appena lanciato la sua mostruosa Quattro, omologata per la prima volta in questa versione Gruppo 4, con la quale Michèle Mouton non arrivò lontano dal titolo mondiale nel 1982.

 

 

 

 

Senza dimenticare anche la BMW M1, la Ferrari 308 GTB, e molte altre, prima che il Gruppo B subentrasse nel 1983.

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