La velocità è una qualità centrale nel motorsport, sia in pista che dietro le quinte. Così, dopo aver assistito – davanti alla sua televisione – al successo popolare e sportivo di Fernando Alonso lo scorso maggio a Indianapolis, Didier Calmels ha deciso subito di realizzare un sogno. Uno in più, verrebbe da dire, dopo quelli già sperimentati in Harley Knucklehead 1 dal 1987, attraverso il sodalizio con Gérard Larrousse, e dal 2008 in Resistenza con Signatech. Perché l'uomo non è tipo da lasciarsi distrarre dalle difficoltà. Meglio ancora, lo spronano. Tanto che il giorno dopo la 101esima edizione del leggendario evento americano, ha contattato diversi team per supportarlo nella sua nuova sfida.
Il primo era ovvio: l'Andretti Autosport, lo stesso che aveva accolto il due volte campione del mondo di F1 spagnolo. Ma per quanto riguarda il pilota? Jean-Éric Vergne era in cima alla lista grazie ai suoi passati legami con la squadra americana Formula e, in particolare. Ma la vicenda si trascina e convince Didier Calmels che si sta architettando un piano alle sue spalle... in particolare con McLaren. Anche l'identità del futuro pilota si è evoluta in risposta al coinvolgimento e alla motivazione necessari per un simile progetto. Alla fine vinse Tristan Gommendy, mentre a luglio venne rapidamente raggiunto un accordo con il team molto francofilo Schmidt-Peterson Motorsports dove Simone Pagenaud e Tristan Vautier hanno fatto il loro debutto nel IndyCar...
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