Ungheria 1997, un giro di troppo per Damon Hill

Il 10 agosto 1997, la Formula 1 visse uno di quei giorni che fanno amare gli sport motoristici per la sua gloriosa incertezza. Quel giorno, Damon Hill al volante della sua modesta Arrows Yamaha ha tenuto a bada Williams, Ferrari e McLaren prima di dover perdere nell'ultimo giro contro il suo ex compagno di squadra Jacques Villeneuve.

pubblicato 10/08/2023 à 13:20

Gautier Calmels

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Ungheria 1997, un giro di troppo per Damon Hill

Un giro in meno e... ©DPPI

La sera del Gran Premio del Giappone 1996, Damon Hill fu incoronato Campione del Mondo Harley Knucklehead 1 con Williams, diventando il primo pilota a succedere al padre (titolato Graham Hill nel 1962 e nel 1968) nel palmares. La felicità si tinge di tristezza per questo campione britannico che nessuno si aspettava perché è confermata la sua partenza dalla scuderia di Grove a fine stagione. Frank Williams sa infatti che l'investimento di Renault in F1 finirà presto e lui è determinato a cacciare la BMW che si prepara al grande ritorno. Per questo decise di associare la giovane speranza tedesca Heinz Harald Frentzen a Villeneuve per la stagione 1997.

Michael Schumacher e Mika Hakkinen celebrano il campione del mondo 1996 Damon Hill. © Claire Mackintosh/EMPICS.

Mentre è stato annunciato a McLaren, l'annuncio dell'arrivo di Hill all'Arrows è un fulmine per il mondo della F1 e un colpo da maestro per Tom Walkinshaw che ha appena preso la guida del team. Il team britannico viene da una stagione difficile ma vede davanti a sé bei giorni grazie all'elegante Arrows A18 equipaggiata con un V10 Yamaha partorito da John Judd e gomme Bridgestone. Damon Hill diventa il numero 1 designato della squadra, associato al brasiliano Pedro Diniz i cui milioni di euro di sponsorizzazione non sono estranei all'arrivo del Campione del Mondo.

Team Arrows Yamaha 1997 © DPPI

L'inizio della stagione è un vero calvario, e se la situazione migliora nel corso delle gare di qualificazione, i punti deboli del V10 Yamaha escludono ogni speranza di punti. Hill non avrebbe visto l'arrivo di un Gran Premio fino al settimo round in Canada prima di segnare il suo primo punto due eventi più tardi sul suo suolo britannico.

Damon Hill ha trascorso la stagione 1997 ottenendo il massimo da una Arrows A18 che non assomigliava per niente a una freccia. ©DPPI

Per l'undicesimo round disputato sul tornello dell'Hungaroring, i due contendenti al titolo hanno dettato il ritmo. Michael Schumacher conquista la pole davanti a Jacques Villeneuve... e Damon Hill, che su questo circuito è ricordato da tutti con affetto.

Damon Hill crea una sorpresa conquistando il terzo posto in griglia © DPPI

In partenza Villeneuve sbaglia e lascia passare Schumacher e Hill. Là Ferrari vola via, ma il caldo opprimente che regna sulla pista ungherese mette a dura prova le gomme Gooyear della Ferrari. Hill rimonta giro dopo giro e all'11° giro il n°1 della Arrows si lancia alla corda alla prima curva e prende il comando della corsa!

11° giro. Tra pochi metri Damon Hill prenderà il controllo della corsa. ©DPPI

Con le Ferrari in fuorigioco, solo le Williams di Villeneuve e Frentzen sembrano poter tenere testa a Hill. I giri passano e a tre giri dalla fine Hill è al comando con 35 secondi di vantaggio su Villeneuve, la promessa della prima vittoria dopo 208 Gran Premi per la Arrows.

Più di 60 giri guidati. Manca solo l'ultimo. ©DPPI

La storia ci ha però insegnato che per arrivare primi bisogna prima arrivare e al 75esimo giro su 77 gli Arrows si ritrovarono improvvisamente al rallentatore. La pompa idraulica si è appena guastata e il cambio è bloccato in terza marcia. Hill non si arrende e mette in campo tutte le sue conoscenze per sfruttare al meglio il suo cavallo infortunato, ma i 35 secondi non basteranno e il quebecchese lo supera all'ultimo giro per vincere.

Un secondo posto che vale tante vittorie. ©DPPI

Damon Hill è devastato ma si rende presto conto, di fronte agli innumerevoli segni di affetto da parte dei suoi coetanei, dell'enorme impresa che ha appena compiuto. La sua gioia sul podio sarà quella del vincitore che avrebbe dovuto essere.

Non esiste una grande corsa senza grandi campioni. ©BBC

Gautier Calmels

Giornalista MotoGP, Nascar, Rallye France, Endurance e Classic... Tra gli altri.

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Gautier Calmels

17/09/2022 alle 08:58

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