Gran Turismo: trovata di marketing o vero campione, la storia di Jann Mardenborough

Nelle sale questo mercoledì 9 agosto, il film Gran Turismo ripercorre la storia vera di un videogiocatore diventato pilota, un'occasione per ripercorrere la carriera di Jann Mardenborough.

pubblicato 09/08/2023 à 17:25

Luca Bartolomeo

0 Visualizza commenti)

Gran Turismo: trovata di marketing o vero campione, la storia di Jann Mardenborough

Gran Turismo: la storia di Jann Mardenborough © Playstation

Il concorso Nissan GT Academy ha cambiato il destino di tanti assi della guida virtuale, offrendo ai vincitori di ogni edizione l'inizio di una carriera da pilota professionista presso la Casa giapponese. Nel 2011 è stata la volta di Jann Mardenborough di prendere una svolta completamente diversa rispetto alla carriera di ingegnere che si profilava davanti a lui.

E se il film Gran Turismo – nelle sale questo mercoledì 9 agosto – ripercorre eroicamente l'ascesa del giovane campione del simulatore diventato pilota, il videogioco ha davvero dato vita a nuove stelle di questo sport? L'opportunità di decifrare una carriera dagli inizi insoliti.

Trailer del film Gran Turismo

Il debutto di Mardenborough con il team giapponese è promettente: appena uscito da questa competizione online del gioco Gran Turismo, il britannico conquista un podio di classe durante la 24 Ore di Dubai in GT3, prima di firmare il 6° posto nello stesso campionato con il suo compagno di squadra Alex Buncombe, nel 2012.

Risultati positivi che lasciano intravedere la possibilità di esibirsi in categorie superiori. Tuttavia, quando gira per la prima volta le ruote auto vederlo confrontarsi con le migliori speranze del motorsport, i risultati sono meno brillanti. Impegnato in Harley Knucklehead 3 con Carlin nel 2013 si è confrontato con una serie di giovani piloti la cui esperienza valeva molto di più delle ore trascorse al simulatore.

Mardenborough ha partecipato a più di 40 gare e, sebbene sia arrivato 6° nel campionato nazionale, la sua campagna europea si è conclusa con un 21° posto in classifica, mentre la sua partecipazione alla gara Master of Formula non gli ha fatto guadagnare punti.

Il suo podio di classe al 24 ore di Le Mans Nonostante tutto, recupera i risultati della sua stagione, e il britannico firma l'anno successivo in GP3 con Arden. Questa seconda stagione in monoposto si chiude con una vittoria, la sua unica nella categoria, mentre non ci riuscirà nelle sue poche apparizioni in GP2.

Negli anni successivi Mardenborough si distinse con un secondo posto nel campionato invernale Toyota Racing Series, così come nella F3 giapponese. Il suo passaggio nel Super GT così come nella Super Formula non ha fruttato altro che l'uno o l'altro podio.

L'evento più importante della sua carriera rimane purtroppo il suo tragico incidente nel 2015. La partecipazione ad una gara del campionato VLN Resistenza al Nürburgring la sua macchina decolla e atterra tra la folla, uccidendo uno spettatore. Ora che ha 31 anni, il nativo di Darlington non è più coinvolto in un programma di corse automobilistiche.

Più successo per gli altri vincitori?

Non proprio. Altri vincitori di questa competizione si sono esibiti più o meno anonimamente nello sport al termine delle nove edizioni che si sono svolte tra il 2008 e il 2016. Tra questi, alcuni come Lucas Ordóñez si sono distinti dalla massa. Vincitore della prima edizione, lo spagnolo vanta due podi nella LM P2 a Le Mans, oltre ad alcune prestazioni di rilievo nel Super GT. Wolfgang Reip si è distinto numerose volte anche nelle gare di durata, tra cui un podio di classe a Le Mans e la vittoria alla 12 Ore di Bathurst, oltre al titolo della Blancpain GT Series Endurance Cup. 

Tornando al film, i termini “grande campione” delle corse automobilistiche vanno quindi presi con le pinze, anche se non sorprende trovarli nell'ambito della promozione di un'opera del genere. E se dobbiamo dare a Mardenborough il merito di essere riuscito nella sua riconversione a pilota professionista, monitorare le carriere di chi ha domato la Nissan GT Academy dimostra, nonostante il successo di alcuni, che nessuno è ancora passato da campione PlayStation a campione Lewis Hamilton in pochi mesi o addirittura anni di formazione.

LEGGI ANCHE > Barbie: Quando il motorsport si veste di rosa

Luca Bartolomeo

Belga certificato senza accento che scrive con piacere per un sito francese. Responsabile della MotoGP

0 Visualizza commenti)

Leggere anche

commenti

*Lo spazio riservato agli utenti registrati. Per favore connettere per poter rispondere o pubblicare un commento!

0 Commenti)

Scrivi una recensione