Dietro le quinte di F2

Il nuovissimo campionato di F2 voluto da Max Mosley, doveva essere l'anticamera “low cost” della F1, in diretta concorrenza con la GP2. Un modo in più per i giovani talenti di arrivare al vertice, che alla fine si rivela forse meno attraente di quanto sembri...

pubblicato 20/03/2009 à 11:13

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Dietro le quinte di F2

Vetture potenti, budget limitato a 200 euro e monogestione dell'intero campo che permettono a chiunque di lottare regolarmente, indipendentemente dalla propria situazione finanziaria, questo è un campionato idilliaco offerto dalla FIA ai giovani piloti che non hanno necessariamente i mezzi per impegnarsi ai massimi livelli.

Poco più di due mesi al lancio del campionato F2, nella realtà la situazione appare leggermente diversa. Senza contare l'aumento delle tasse di iscrizione a 250 euro, nonostante un periodo molto favorevole per la moneta europea, comincia a diventare chiaro, soprattutto per i più giovani, che le somme necessarie per riuscirci potrebbero essere molto più elevate di quelle inizialmente annunciate.

Infatti, parallelamente ai test privati ​​offerti dalla società Motor Sport Vision di Jonathan Palmer, gestore del campionato, diversi piloti hanno già deciso di migliorare la propria preparazione utilizzando metodi più ambiziosi e molto più costosi. È il caso ad esempio di Tobias Hegewald, che ha optato per due giorni di test nelle World Series Renault a Valencia, il circuito che ospiterà il round inaugurale della F2.

Alex Brundle sarà coinvolto con la squadra di F3 dell'italiano RP Motorsport, per i test sul circuito di Imola, mentre sullo stesso tracciato scenderà in pista anche Henry Surtees, durante i test collettivi della Formula Master.

Ma ora, mentre alcuni preparano scoperti di conto, quanti decideranno di percorrere le pendici dell'Europa e beneficiare di un certo vantaggio, grazie a mezzi finanziari più consistenti?

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