Sofia Regazzoni: un nome, un destino, una scoperta

Ha 15 anni, porta il nome di un'icona della F1 e ha appena vissuto le sue prime emozioni al volante di una monoposto. Incontro con Sofia, nipote di Clay Regazzoni.

pubblicato 30/10/2022 à 17:45

Jean-Michel Desnoues

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Sofia Regazzoni: un nome, un destino, una scoperta

Sofia Regazzoni scoperta alla guida di una monoposto durante un corso Winfield a Le Castellet / © Bernard Asset

Sofia non conosceva suo nonno, morto in un incidente stradale nel 2006, l'anno prima della sua nascita. Tuttavia, nel corso degli anni, sfogliando album, divorando libri, frequentando musei, finì per stringere un rapporto speciale con questa persona assente e così presente.

Anche per questo ha voluto cimentarsi nel pilotaggio; non con l'obiettivo di seguire le sue orme ma più semplicemente di avvicinarsi un po' di più, toccando con un dito questa passione che aveva divorato, di colei la cui storia delle sue imprese ha nutrito la sua infanzia.

Per i più grandi che lo hanno dimenticato e per i più giovani che non ne hanno sentito parlare, Clay Regazzoni, icona di F1 degli anni '70, ovvero 132 Gran Premi disputati, 5 vittorie e un titolo di vicecampione del mondo nel 1974, alle spalle di Niki Lauda.

È una traiettoria che lo vedrà andare via Ferrari à Williams attraverso BRM, Ensign e Shadow, e fu anche un incidente a Long Beach nel 1980 che lo privò dell'uso delle gambe, ma non di quella rabbia per la vita che aveva ancorato nel suo corpo.

Parigi-Dakar, rallye des Pharaons, Spanish Baja, Londra-Sydney, 12 Ore di Sebring, eventi storici come la Targa Florio, il Rally di Monte-Carlo, la Mille Miglia, ecc. : la seconda carriera dell'eroe svizzero non è stata meno ricca della prima.

È questa vita al limite che anche la giovane Sofia ha voluto toccare, infilandosi la settimana scorsa nell'abitacolo di una F4 della scuola Winfield per un corso di scoperta del mondo auto sotto lo sguardo di sua madre, Alessia, figlia di Clay.

Felicissima dell'esperienza, Sofia ha lasciato il circuito del Paul Ricard, mantenendo per sé questo segreto “tete-a-tete” con questo nonno fantasticato ma così vivo e presente nella sua vita.

Se il racconto non dice se questa “scoperta” avrà un seguito, fornisce informazioni sul desiderio del giovane adolescente di mantenere viva l’eredità familiare.

Domanda sul DNA.

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