Dove sono le fabbriche giapponesi? 

Dobbiamo tornare al GP dell'Emilia-Romagna dello scorso anno per trovare un rappresentante di un marchio giapponese sul gradino più alto del podio. Sul circuito di Misano ha poi vinto Marc Marquez dopo aver seguito a lungo Francesco Bagnaia, commettendo infine un errore a pochi giri dalla bandiera a scacchi. 

Da allora, Ducati, KTM e anche Aprilia hanno trionfato nelle ultime sei gare della classe regina. Nessun marchio giapponese in prima linea in sei o più gare? Per questo dobbiamo tornare indietro agli anni '1970, più precisamente alle otto gare della 500cc tra il GP di Jugoslavia del 1973 con Kim Newcombe sul manubrio di una König (fabbrica tedesca) e il GP di Francia del 1974 con Phil Read su una MV Agusta ( azienda italiana).

Di conseguenza, dall'apertura del calendario in Qatar, hanno trionfato solo i costruttori europei e questo non accadeva dal 1972 con Giacomo Agostini e Alberto Pagani (figlio di Nello Pagani, primissimo campione del mondo 125cc nel 1949, passati per F1 nel 1950), vincitore delle prime 12 gare della stagione su MV Agusta. Quell'anno, però, Chas Mortimer salvò l'onore del Giappone vincendo la finale in Spagna con la sua Yamaha (il primo vero successo per la casa di Iwata nella categoria regina).

Da notare che ad Austin cinque Ducati hanno occupato le prime cinque posizioni della griglia di partenza Fabio Quartararo e la sua Yamaha. Si tratta della prima volta per lo stesso produttore dal GP del Pacifico del 2003 con cinque Honda nella Top 5 al via. 

In passato gli eventi fuori Europa hanno spesso riservato sorprese e anche quest'anno non fa eccezione alla regola. La prossima settimana, il paddock di MotoGP tornerà in Europa e depositerà le valigie sul circuito di Portimão in Portogallo. E nelle tre gare finora disputate sul tracciato lusitano, KTM, Yamaha e Ducati condividono una vittoria ciascuna.