Una Ford GT40. Se eri registrato con un'applicazione carpooling, avresti successo!
Per me è sinonimo di tanti ricordi. Nel 1969 rimasi stupito da questo incontro tra Jacky Ickx e Hans Herrmann – che avevano Porsche 908 – e quell’ultimo trucco che ci ha fatto impazzire tutti. Avevo 11 anni!
Era la tua prima volta alla 24 Ore?
No, la prima risale al 1966. Da allora non mi sono persa una sola edizione. Nel 1977, avendo gli esami scolastici il venerdì e il lunedì, giurai di non andarci. Ma domenica mattina tardi ho avuto un crollo.
Quale ricordo ti viene subito in mente?
Ne ricordo uno in particolare. Sono le 3 del mattino e sono nello stand di Jean-Louis Bousquet (tre partecipazioni nel 1977, 1980 e 1989, ndr). La squadra si è occupata del rifornimento della vettura, ma non del pilota. Allora sono andato a riempirlo con una bottiglia d'acqua.
Ci sono stati anche ricordi meno felici, come l'incidente mortale di Allan Simonsen nel 2013. Sebbene siamo consapevoli della pericolosità di questo sport, nessuno è preparato a questo tipo di tragedia.
Da quanto tempo la tua famiglia è nella Sarthe?
Mio nonno materno era di Berry e mia nonna dei Paesi Baschi, dove si rifugiarono durante la guerra, ma hanno sempre vissuto qui. Mio padre viene da Essarts, in Vandea. Gli piacciono le macchine, ma non ama la concorrenza. Sono tornato nel 1988, dopo aver studiato a Tours. Diremo quindi che sono di Sarthois d'adozione.
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