Al centro del duello Audi-Peugeot

All'Audi. Le vetture rientravano regolarmente nei box durante la prima ora di qualifica, scambi di sguardi tra ingegneri di pista e piloti palesemente insoddisfatti del comportamento delle loro Audi R15.

pubblicato 17/06/2009 à 10:26

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Al centro del duello Audi-Peugeot

Schizzi e tabelle di regolazione per aiutare i meccanici a lavorare sui prototipi tedeschi. Gesti frettolosi e approssimativi... E soprattutto, di fronte a questo spettacolo insolito in Audi, il volto del dottor Wolfgang Ullrich imbronciato... Ovviamente, il patron di Audi Sport non dà il via a questa 77esima edizione del 24 ore di Le Mans come avrebbe voluto.

Alla denuncia, poi al ricorso proposto da Peugeot sport mettendo in discussione la legalità delle sue vetture, seguite da problemi di sviluppo e affidabilità. A cominciare dalla numero 3 di Alexandre Prémat, pronta a partire per le qualifiche, ma che è stata presto riportata al suo stand. Il francese non ha più il servosterzo. La copertina anteriore viene rimossa frettolosamente. Gli uomini in tuta rossa e grigia con il logo dei quattro anelli sono alle prese con gli elementi meccanici responsabili di questo primo intoppo. Il n°2, poi il n°1 si sono fermati nella pit lane ed sono entrati. Le coperture anteriore e posteriore vengono rimosse. I tecnici dell'Audi Sport cercano di mantenere la calma e coordinare gli interventi.

Ullrich cammina dietro lo stand, ma non lascia vedere nulla. L'orologio sta ticchettando. La prima sessione di qualifiche si è infine conclusa con il miglior tempo di McNish, che nei minuti finali ha conquistato la pole position provvisoria. Ullrich e i suoi piloti avevano comunque insistito sul fatto che le qualifiche sarebbero state una sessione di lavoro in preparazione alla gara e in nessun caso una caccia alla pole position. Ciò tuttavia riporta il sorriso ad una squadra sorpresa da tanti imprevisti e improvvisamente assalita dal dubbio.

Alla Peugeot

La vita è tale che riserva lacrime alla sfortuna, ma anche alla felicità. Le tre Peugeot ufficiali hanno appena iniziato il loro ultimo giro quando meccanici, ingegneri, fidanzate e grandi capi stanno già dando sfogo alle loro emozioni. Gli sfoghi di gioia e di lacrime testimoniano l'intensità coinvolta da tutti in questa estenuante avventura umana e meccanica.

Le bandiere sventolano al vento, le sirene mimetizzano il rombo dei motori e il pubblico saluta la prestazione della Casa francese. Lo spettacolo offerto per 24 ore è stato epico. La Marsigliese cantata da diverse migliaia di persone ha un effetto stimolante sul corpo e aiuta a dimenticare la mancanza di sonno e la rigidità muscolare. Il momento è storico e non si vedeva dal 1993, data della vittoria finale di Peugeot a Le Mans. Ma al di là dello champagne, dei complimenti e della soddisfazione per un lavoro ben fatto, la cerimonia del podio rivela l'espressione avvilita dell'equipaggio n.8 (Montagny-Sarrazin-Bourdais) e ci ricorda che questo lieto fine conserva per alcuni un sapore amaro.

Se questa 77a edizione della 24 Ore di Le Mans ha segnato il trionfo di Peugeot, l'azienda di Sochaux non è stata risparmiata da dubbi ed errori. È necessario un flashback. A parte la polemica sulla conformità dell'Audi R15, la settimana è iniziata piuttosto bene per la Peugeot. La pioggia caduta mercoledì sul percorso della Sarthe non è stata vana perché è stata ricca di insegnamenti. Il ritardo manifestato in precedenza dal 908 in condizioni meteorologiche difficili sembra essere stato superato. Le qualifiche di giovedì sono state dedicate alla scansione delle configurazioni finali e alla prova della resistenza degli pneumatici. Dal comportamento degli ingegneri non è emersa alcuna tensione e solo i gesti nervosi di Franck Montagny alle prese con la regolazione della sua cavalcatura hanno animato brevemente lo stand francese.

Al termine della seduta, poco prima di mezzanotte, Stéphane Sarrazin è stato autorizzato a far partire il cronometro. Il pilota delle Cévennes è riuscito nell'impresa di piazzare una 908 in pole position per il terzo anno consecutivo. Tuttavia, questo esercizio rischioso non ha avuto alcuna importanza per Peugeot, il cui linciaggio mediatico subito l'anno scorso in seguito alla sconfitta era ancora fresco nei nostri ricordi.

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