Kévin Estre: “Ho raggiunto un traguardo di fiducia”

La 24 Ore di Spa finalmente ti sorride. Qual è la tua prima sensazione?

A parte il mio quarto posto con Porsche due anni fa (con il Team75 Bernhard, ndr), non ho mai finito. Quindi vincere... È una gara che significa molto per me, che rimane molto difficile, con un livello incredibile. E' qualcosa di speciale vincere qui, soprattutto quest'anno con queste condizioni. Sono molto orgoglioso per GPX Racing che ha messo tutto insieme nonostante la decisione molto tardiva di partecipare. Ma avevamo il pacchetto per vincere.

Com’è stato il rapporto con la squadra?

Eravamo lì un po' come burloni. Oggi ha giocato un ruolo importante la qualità dei piloti ufficiali Porsche. Portiamo la nostra esperienza in questo giovane team. La squadra era emozionata all'inizio della gara quando ci siamo trovati in testa. Abbiamo cercato di tranquillizzarli, ricordando loro che la gara era lunga.

Come hai gestito le condizioni estremamente difficili della pista quest'anno?

Quando fai il Nordschleife per due o tre anni, inizi ad abituarti. Onestamente è stato molto difficile ieri sera. Prima che venisse esposta la bandiera rossa, era impraticabile. Ero felice di scendere dall'auto. Non vedevamo nulla, stavamo pattinando a 140 km/h sul rettilineo Kemmel in 3a o 4a. Per me il segnale d’allarme è arrivato un po’ tardi. Questo ci ha permesso di sopravvivere, e poi c’è stato questo bellissimo sprint alla fine.

È stato difficile vedere il rientro di Nick Tandy a fine gara?

Le safety car hanno ridotto il divario ma penso che in realtà avessimo circa trenta secondi di margine. Con Nick avevamo lo stesso ritmo, anche se dipendeva molto dai rischi presi nel traffico. Ero fiducioso e pronto a combattere. Il traffico a Blancpain è talvolta complicato e le bandiere blu sono lungi dall'essere rispettate. Nick ha attaccato forte, a volte ho perso tre secondi...

E tutto è quasi cambiato con questa collisione con l’Audi – WRT…

Vado a sorpassare all'ultima chicane, ma lui (Shae Davis, ndr) molla il freno e gira come se non fossi lì. Freno il più possibile, salgo sul cordolo... avevo due ruote sull'asciutto, due sul bagnato. Ho detto alla squadra che mi dispiaceva, ma non eravamo sotto inchiesta. È stato stressante, soprattutto perché un piccolo pezzo dello splitter anteriore si è staccato. E temevo una foratura.

La posizione in pista aveva ancora un ruolo importante?

In tutte le gare di 24 ore degli ultimi anni, con le safety car e le Full Course Yellow, devi stare davanti in pista. Abbiamo commesso un piccolo errore all'inizio della gara ai box, con una persona di troppo durante il pit-stop, e abbiamo ricevuto un drive-through che ci ha relegato molto indietro. Ma non abbiamo perso nessun giro. Questo ha complicato il nostro compito in termini di strategia, perché dovevamo correre meno rischi, soprattutto sulle gomme. Non potevamo commettere errori con le gomme perché in caso di un'altra sosta perderemmo un giro. A volte abbiamo fatto fino a sette giri con le gomme sbagliate cercando il momento migliore per fermarci.

Vincitore della 24 Ore di Le Mans 2018 e del WEC in GTE Pro hai percorso una traiettoria quasi perfetta per due anni. Come lo spieghi?

Forse ho fatto un passo avanti nella fiducia. Non nelle prestazioni in cui tendiamo a perdere con l’età. Ad un certo punto, accumuli abbastanza esperienza nel corso degli anni. Esiste anche il successo, l’auto che non si guasta. Per due anni la sfortuna sembra avermi risparmiato. Dopo Le Mans nel 2018, questa è stata una gara importante per Porsche, la gara GT più importante del mondo. Sono felice di averlo nella lista. Ne ho ancora due o tre da appendere.