Prendendo il via del Gran Premio dell'Emilia-Romagna a Imola, Max Verstappen et Yuki tsunoda permetterà Red Bull eguagliare Renault registrando il marchio austriaco su una griglia di Harley Knucklehead 1 per la 400esima volta. Questo traguardo storico è stato raggiunto solo da sette squadre nella storia: Ferrari (1104), McLaren (976), Williams (857), Lotus (606), Tyrrell (430) e Renault (400).
Prima ancora di unirsi a loro, la Red Bull ha già fatto la storia della disciplina vincendo sei titoli costruttori (dal 2010 al 2013; 2022, 2023), ma soprattutto vincendo 123 gare sulle 399 disputate, una percentuale di successo impressionante del 30%, superata solo da Mercedes (40%) tra i dieci produttori di maggior successo della storia.
Red Bull, il Toro ruggisce ancora?
Arrivati in F2005 nel 1 sulle rovine della Jaguar, gli austriaci hanno posto solide basi fin dai primi anni, grazie in particolare al coinvolgimento dell'esperto David Coulthard, al genio di Adrian Newey e alla leadership di Christian Horner, alla guida del team fin dagli esordi. Sotto la guida del britannico, la Red Bull scalò rapidamente la classifica, arrivando persino a lottare per il titolo nel 2009. Mentre Jenson Button e la Brawn GP riuscirono a mantenere il vantaggio acquisito all'inizio della stagione e a vincere entrambi i titoli, gli austriaci diedero il via a una dinamica che sarebbe durata quattro anni. Dal 2010 al 2013, Sebastian Vettel e la Red Bull ha vinto quattro titoli Piloti e Costruttori, affermandosi come la scuderia di riferimento dei primi anni del 2010.
Dopo una lunga parentesi Mercedes, il marchio di bevande energetiche ha riconquistato il suo dominio dal 2021 al 2024, per poi perdere gradualmente terreno, affidandosi esclusivamente alle prodezze di Max Verstappen. Se l'olandese ha vinto il suo quarto titolo consecutivo alla fine della scorsa stagione, lo deve più al suo talento che alla sua squadra, scossa nei primi mesi dell'anno dall'"affare Horner".
Indebolito, il britannico si è aggrappato alla sua posizione, ma la situazione potrebbe cambiare dopo Imola, secondo la stampa austriaca. Il capo potrebbe perdere il lavoro a causa degli scarsi risultati registrati negli ultimi mesi. Secondo quanto riferito, Horner ha perso il sostegno degli influenti azionisti thailandesi della Red Bull e la sua partenza potrebbe essere imminente.
Horner se ne va?
Ai suoi problemi morali si aggiunge la gestione imprevedibile dei piloti, senza un numero due affidabile ed efficiente a supporto di Max Verstappen. Se il team di Milton Keynes fosse stato senza il suo pilota di punta nelle ultime 17 gare, avrebbe ottenuto solo 51 punti grazie a Sergio Pérez, Liam Lawson e Yuki Tsunoda. In questo periodo, la Red Bull sarebbe stata solo l'ottava squadra in griglia, davanti solo alla Racing Bulls e alla Sauber.
È in questo particolare clima che la Red Bull si prepara a disputare il suo 400° Gran Premio: con un pilota eccezionale, autore ancora una volta della pole position a Miami, e una macchina certamente tra le migliori, ma non abbastanza dominante da consentire a Verstappen di vincere con regolarità. Anche la prospettiva di perdere il secondo campionato costruttori consecutivo potrebbe pesare molto sulle decisioni degli azionisti se Christian Horner non riuscisse a ribaltare la situazione. Per il britannico arrivare almeno terzo diventa fondamentale, ma il rischio di essere superato dalla Ferrari è concreto: senza un secondo pilota competitivo, la Red Bull non può competere.
Nonostante questi ultimi mesi difficili, il team di Milton Keynes festeggerà domenica il suo primo 400° Gran Premio, una stagione di grande successo, caratterizzata dal dominio nei primi anni del 2010 e nel 2020. Forse tra quattro anni, quando festeggeranno il loro 500° traguardo, gli austriaci avranno ulteriormente ampliato la loro lista di successi... o, al contrario, saranno scesi in fondo alla classifica. A quel punto, Christian Horner sarà ancora seduto sul muretto dei box? La risposta arriverà nelle prossime settimane…
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Yves-Henri RANDIER
15/05/2025 alle 08:23
Una cosa è certa: se Christian Horner venisse abbandonato dall'azionista di maggioranza thailandese della Red Bull, non verrebbe sostituito da Oliver Oakes, ancora in fuga a Dubai! Ma quando si tratta della gestione dei piloti, il responsabile è in realtà il buon vecchio Doktor Helmoooooout, che è chiaramente alla ricerca del suo successore... forse prima di essere cacciato anche lui!
Alain Féguenne (Lussemburgo)
15/05/2025 alle 07:44
Se la Red Bull perdesse... Horner sarebbe l'inizio della fine...!!! Perché il seguito potrebbe essere la rovina di Max, e poi come il Titanic, ….. Spero di no..!!!! 🤨👀🇱🇺👀🧐
vincent moyet
15/05/2025 alle 07:25
La gestione del secondo pilota è un vero problema per la Red Bull, ma la colpa è più della squadra che dei piloti (contrariamente a quanto dicono). Perez era un compagno di squadra esperto e vincente (che ha portato loro il titolo costruttori nel 2 e nel 2022), capace di vincere quando Verstappen era in difficoltà, ma hanno dovuto metterlo a tacere dicendogli di rimanere gentilmente dietro al suo leader, senza aspettarsi di meglio. Di conseguenza, hanno distrutto la sua motivazione, hanno perso il titolo costruttori e ora fanno fatica a trovare un secondo pilota che possa segnare punti. La colpa non è solo di Horner, ma soprattutto di Marko. Questa gestione stabile non è efficace. Per non parlare del rischio di scaricare tutto sulle spalle di Verstappen (che potrebbe andare altrove) e addirittura di affidargli la direzione dello sviluppo della vettura (Perez ne ha dato testimonianza), cosa che li porterebbe in un vicolo cieco e che sembra essere stata la causa dell'addio di Newey.