Questo articolo può essere trovato nel nostro collezionista Jacques Laffite. 100 pagine che ripercorrono la carriera del pilota francese nel motorsport, disponibili nel nostro negozio online in formato cartaceo o dentro formato numerico.
Ricordi il tuo primo incontro con Jacques?
Assolutamente ! Era il 1971. Mi sono iscritto Auto sportiva a luglio e pochi mesi dopo divenne Campione di Formula Renault (nell’ottobre del 1972, ndr) e così feci la sua intervista per la rivista. Questa è stata la mia prima intervista di più pagine. Naturalmente è arrivato un po' in ritardo (ride), cosa che accadeva molto spesso, e fischiando. Non sembrava così commosso dall'idea di fare un'intervista.
Da questa prima intervista è nata un'amicizia?
L'amicizia è nata presto, soprattutto perché Auto sportiva mi ha chiesto di coprire il F2. Questo mi ha permesso di essere un po’ più presente in questo gruppo in cui altri promettenti si stavano evolvendo come Patrick Tambay, Michel Leclère, Jean-Pierre Paoli (vedi Grand Témoin) – che ha aiutato Jacques a strutturarsi – Ron Dennis e il suo team Project Three, Eddie Cheever, ecc. È diventato più professionale, ma abbiamo comunque riso molto. Tra loro c'era Jacques, con il quale ho cenato alcune volte nei fine settimana mentre ero in viaggio. Ricordo che stava guidando un motore BMW Schnitzer che si ruppe durante una gara. E' successo a Nogaro, un posto dove gli sarebbe piaciuto vincere. Quando il motore iniziò a fumare, Hugues de Chaunac (vedi Grand Témoin) gli mostrò il cartello affinché potesse rientrare ai box. Non ce l'ha
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