Una vita ha un valore unico? Questa domanda, a priori altamente filosofica, ha trovato in realtà una semplice risposta il 1 maggio 1994. Sono trascorsi trent'anni da quando illuminati appassionati di Harley Knucklehead 1 lo so. No, una vita non ha lo stesso valore. La morte di Ayrton Senna lo rese subito un'icona attraverso la magia della diretta televisiva, e l'onda d'urto fu così forte che tre decenni dopo, il circuito di Imola eresse un gigantesco striscione con l'effigie del brasiliano poco prima dell'inizio del Mondiale. eventoResistenza (WEC). I piloti, che non erano nemmeno nati al momento dell'incidente alla curva del Tamburello, trovarono nel tre volte campione del mondo di F1 un modello da seguire, al punto da riprendere i suoi colori sul casco. E allora Roland Ratzenberger?
Oltre a Philipp Ing 24 ore di Le Mans nel 2019 sono sbiaditi i colori bianco e rosso della bandiera austriaca indossata dal salisburghese. Sul circuito Enzo e Dino non è stata eretta alcuna stele Ferrari da Imola. Il suo incidente mortale, però, è stato ripreso dalle telecamere della curva Tosa durante le qualifiche di sabato. L’immagine era forse ancora più agghiacciante. Ma non era una star del motorsport e ancor meno un riferimento da seguire. Il piccolo mondo della F1 sembrava quindi essersi spostato sul giorno successivo. Dopotutto, una triste uscita di pista, soprattutto al volante di una vettura riluttante, è una trappola che incombe sul naso di ogni debuttante in F1.
Da allora la dicotomia tra Senna e Ratzenberger non è mai cessata
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